di Stefano Bovone
Ogni giorno nel mondo si estinguono decine di specie animali e vegetali,organismi del nostro ecosistema irrimediabilmente persi a volte per semplice processo naturale.
Ogni giorno nel mondo si estinguono decine di specie animali e vegetali,organismi del nostro ecosistema irrimediabilmente persi a volte per semplice processo naturale.
Con il
termine “estinzione” in biologia si intende la scomparsa definitiva di una
specie dalla biosfera,un fenomeno naturale che ha segnato l’intera storia della
vita di questo pianeta tanto da poter affermare che le specie che troviamo siano
solo un esigua percentuale rispetto a quelle originarie.
L'
estinzione è contrapposta alla speciazione, il processo opposto per cui una
nuova specie nasce a partire da una pre-esistente.
Le
estinzioni naturali non vanno,però, interpretate come un evento completamente
negativo e ovviamente nemmeno come evento positivo,ma semplicemente vanno
considerate per ciò che sono:un espressione dell’evoluzione biologica.
Le grandi
estinzioni della storia sono state accompagnate dalla formazione di nuove
specie che hanno dato vigore alla diversità della vita.
L’estinzione
è,infatti, definita come un processo evolutivo che porta alla scomparsa di un
taxon (genere, specie, sottospecie) o di una popolazione. Quando una specie si
estingue il suo patrimonio genetico,unica combinazioni di geni che essa
possiede, è definitivamente perduto.
Dal punto
di vista evolutivo l’estinzione si verifica anche indipendentemente da elementi
perturbativi di grande portata. Una specie può anche evolversi in un’altra
specie in risposta a piccoli cambiamenti ambientali o in seguito a mutamenti
casuali nel pool genico. In ogni caso l’estinzione,come la speciazione,fa parte
del naturale processo evolutivo dei viventi.
E’ l’attuale tasso di estinzione che
non è naturale!
Esistono 2
tipi di estinzioni:quella “di fondo” lenta e per noi impercettibile tendenza
del nostro pianeta a trasformarsi in modo costante e quelle “episodiche” che
riflettono le massicce e concomitanti morie di specie che vengono scatenate da
rapide alterazioni dell’ambiente.
Ovviamente
quelle che hanno scatenato le più grandi estinzioni di massa sono quelle del
secondo tipo e i soggetti più colpiti e più fragili sono quelli altamente
specializzati,che magari si nutrono di un solo nutrimento come adesso
potrebbero essere il panda e le tartarughe giganti delle Galapagos.
Altre
specie più adattabili ed estremamente diffuse come mosche,topi,scarafaggi hanno
meno probabilità di estinguersi a meno di eventi straordinari su scala
planetaria.
Possiamo
affermare con certezza che le più grandi estinzioni di massa della storia siano
state 5 :
- 430
milioni di anni fa (tardo Ordoviciano) 84/85% delle specie;
- 360
milioni di anni fa (tardo Devoniano) 79/83% delle specie
- 250
milioni di anni fa (Permiano) 95/% delle specie
- 200
milioni di anni fa (triassico) 79/80% delle specie
- 66
milioni di anni fa (tardo Cretaceo) 70/76% delle specie
Queste non
sono state provocate dall’impatto umano,anche per il fatto che l’Homo sapiens
ha fatto la sua comparsa molto tempo dopo, ma sono state il frutto di eventi straordinari
di portata globale che hanno profondamente modificato la vita sul nostro
pianeta.
Ogni minuto
si stima scompaia una specie o animale o vegetale,con la perdita definitiva del
suo patrimonio genetico e potremmo essere vicini alle sesta grande estinzione
di massa; "I
cambiamenti climatici, provocati principalmente dal consumo di combustibili
fossili, sono diventati la principale minaccia per la sopravvivenza di molte
specie", osserva Massimiliano Rocco, responsabile del settore Traffic del
Wwf. "E purtroppo questa non è una tendenza arginabile nel breve periodo”.
Si potrebbe
però intervenire con efficacia immediata per bloccare almeno le altre concause
dell'estinzione di massa che ci troviamo a fronteggiare: la perdita degli
habitat, determinata soprattutto dalla deforestazione, e il commercio illegale
di specie protette. Entrambe hanno effetti drammatici nell'accelerazione della
scomparsa di specie. Ad esempio il rospo dorato del Costa Rica ha pagato un
prezzo molto caro per la sua bellezza che lo rendeva preda ambita dei
collezionisti disposti a tutto: è stato avvistato per l'ultima volta tre anni
fa. E in Madagascar la grande diversità di rane mantella, che si erano andate
radicando nelle valli, nei laghetti, nei boschi planiziali mantenendo il loro
specifico corredo genetico, ha subito un colpo durissimo per colpa della
deforestazione che ha cancellato buona parte degli habitat naturali".
Quello che
preoccupa maggiormente è la progressiva accelerazione del mutamento climatico.
La temperatura sale a una velocità che per molte specie è insostenibile: non
riescono a sviluppare processi di adattamento ed escono di scena.
La perdita
di biodiversità iniziata più di un secolo fa, infatti, ha accelerato la sua
corsa fino a raggiungere un ritmo 1000 volte superiore a quello naturale.
Una
catastrofe mai vista prima,se si pensa che a causare le crisi precedenti ci
sono voluti svariati milioni di anni o delle imponenti catastrofi naturali.
La sesta
estinzione di massa potrebbe essere senza precedenti, sia per ampiezza che
per velocità. Gli scienziati stimano che nel corso dei prossimi decenni
potremmo perdere il 60% delle specie viventi. La differenza tra questa
estinzione e le precedenti sta' nella “causa”, questa volta non si tratta di
asteroidi o glaciazioni,questa volta è una sola specie a minacciare tutte le
altre: “l'uomo”.
S.B.